Enrico Barsanti
Capitolo V
PRINCIPIO FONDAMENTALE DELLA
PREVISIONE
Le associazioni che in passato sono state notate tra variazioni geomagnetiche e terremoti non erano peregrine. I terremoti, almeno quelli più frequenti e disastrosi, cioè di origine tettonica, sono sempre preceduti da variazioni locali e temporanee del campo magnetico terrestre. Tali variazioni, significative e utili, si estendono in modo apprezzabile su un'area ampia centinaia o migliaia di chilometri quadrati, secondo i casi.
Spiegazione del principio fondamentale
I terremoti tettonici si originano per la liberazione dell'energia di
deformazione immagazzinata in seguito alle spinte delle strutture della crosta
terrestre, liberazione che si manifesta con la frattura improvvisa delle
masse rocciose. All'approssimarsi del momento complessivo di rottura che
dà origine alla scarica sismica, dovuto al forte stato di pressione
e di stiramento delle masse rocciose, si determina in zona focale un'alterazione
dello stato elettromagnetico delle rocce interessate, con la conseguente
variazione locale del campo magnetico terrestre (variazioni
sismomagnetiche).
Ciò che è un fenomeno inosservabile e trascurabile quando un
rullo compressore, con il proprio peso, sta per frantumare piccole quantità
di materia, come i sassi su cui passa, assume proporzioni ampiamente registrabili
quando riguarda forze gigantesche, come quelle tettoniche, ed enormi
quantità di materia, come le rocce in zona focale.
Le variazioni sismomagnetiche permetterebbero, quindi, se opportunamente rilevate, una previsione utile, perché si originano all'approssimarsi del momento di rottura delle masse rocciose che genera il terremoto, con un'anticipazione che può variare generalmente da uno a dieci giorni, come ormai da secoli molte osservazioni hanno rivelato.
Le variazioni sismomagnetiche consentirebbero anche una previsione sicura per due motivi:
1. Spiegazione della necessità
Le variazioni sismomagnetiche sono necessariamente congiunte ai terremoti
perché ciò che le produce è lo stesso stato di stress
delle masse rocciose in zona focale (stress focale) da cui hanno origine
i terremoti, i quali quindi non possono verificarsi senza di esse.
2. Spiegazione dell'esclusività
Le variazioni sismomagnetiche hanno caratteristiche particolari che le
contraddistinguono dalle variazioni geomagnetiche aventi altre cause. Queste
ultime, infatti, possono essere dovute alle attività dell'uomo o a
cause naturali. La maggior parte di quelle dovute all'uomo, e alcune di quelle
naturali (si pensi a un fulmine), sono molto forti a poche diecine di metri
dal luogo in cui si generano, e risultano inconsistenti a poche centinaia
di metri più lontano. Quelle naturali riguardano sia anomalie crostali,
anche grosse, permanenti in determinati luoghi (costituenti variazioni
geomagnetiche nello spazio, ma non nel tempo) e sia perturbazioni temporanee,
non sempre lievi, e presenti ovunque lungo il meridiano (costituenti variazioni
geomagnetiche nel tempo, ma non nello spazio). Le anomalie dell'Isola d'Elba,
ad esempio, non variano in modo specifico nel tempo, mentre le tempeste
magnetiche non sono fenomeni locali e si estendono su aree non delimitabili
da Nord a Sud. Le variazioni legate a un sisma imminente, invece, consistono
in ben evidenti cambiamenti temporanei e locali dei valori degli elementi
che contraddistinguono il vettore campo in una zona relativamente molto ampia,
ma ben circoscritta. Indicativamente, esse sono rilevabili, per sismi di
media entità, fino a 100 chilometri dalla zona focale, mentre sono
quasi del tutto irrilevanti oltre 500 chilometri di distanza. Queste variazioni
di origine sismomagnetica hanno inoltre un'evoluzione molto rapida nel tempo,
e si esauriscono in pochissimi giorni, a differenza dei più generali
effetti tettonomagnetici che, al contrario, hanno un'evoluzione molto lenta,
senza mai raggiungere livelli elevati di variazione tali da essere distinguibili
facilmente dal rumore di fondo. Nessun altro fenomeno magnetico, sia di origine
naturale che artificiale, agisce temporaneamente in una zona così
ampia e ben circoscritta come le variazioni sismomagnetiche.
Le variazioni sismomagnetiche consentirebbero, infine, una previsione completa, perché, fermo restando che la natura delle rocce rappresenta una costante (come nel prossimo capitolo sarà ampiamente spiegato) per più rilevamenti delle variazioni del campo geomagnetico riguardanti una medesima zona, la direzione delle linee di forza del campo, rilevate in più luoghi, fornisce le indicazioni necessarie e sufficienti per l'individuazione della zona epicentrale del sisma imminente e per la determinazione della sua magnitudo, secondo i seguenti punti:
Se si prendesse un cartoncino liscio e se vi si spargesse sopra, uniformemente,
della limatura di ferro, e se il campo magnetico terrestre fosse sufficientemente
forte da smuovere leggermente la limatura, si potrebbero vedere le linee
di campo disposte parallelamente nella direzione Nord-Sud magnetici. Ponendo
sotto il cartoncino una calamita, la disposizione delle linee formate dalla
limatura di ferro nella zona immediatamente sovrastante verrebbe variata,
e l'insieme delle variazioni costituirebbe la risultante tra il campo magnetico
terrestre e il campo magnetico generato dalla calamita.
Le masse rocciose in zona focale, approssimandosi il loro momento di rottura,
si comportano in qualche modo proprio come una gigantesca calamita posta
sotto i nostri piedi, modificando il campo geomagnetico relativamente a un'ampia
area della superficie terrestre.
Come con la limatura di ferro non si avrebbe difficoltà alcuna a
individuare il luogo della superficie del cartoncino sotto il quale si trova
la calamita, dal momento che la forma delle linee di campo, in quel punto,
non lascerebbe dubbio alcuno, così, per lo stesso motivo, sarebbe
possibile, in linea teorica, individuare con estrema esattezza e sicurezza
il luogo della superficie terrestre sotto il quale hanno origine le variazioni
del campo geomagnetico legate a un sisma imminente.
E come dalle caratteristiche delle linee di forza del campo generate dalla
calamita sulla superficie del cartoncino sarebbe possibile conoscere la sua
intensità magnetica, sulla base della loro estensione e concentrazione,
così sarebbe possibile conoscere, sempre in linea teorica,
l'intensità del campo magnetico formatosi in zona focale e, quindi,
la forza del sisma imminente.
Quanto detto in questo capitolo vale solo in linea teorica, perché
occorre risolvere ancora i problemi di come rilevare di fatto le variazioni
sismomagnetiche e di come "interpretarle" ai fini della previsione. L'analisi
di questi problemi e la loro soluzione si trovano nel capitolo seguente
Tecnica della previsione, che costituisce quindi
il nucleo fondamentale del presente metodo.