Enrico Barsanti
Capitolo X
AMPIEZZA DELL' ONDA SISMICA
L'altezza massima di una cresta d'onda. Costituisce il criterio di base per
la determinazione della magnitudo di un sisma avvenuto.
AMPIEZZA DI VARIAZIONE DI DIREZIONE
La variazione in gradi della direzione del campo geomagnetico rispetto ai
suoi valori medi. Può essere misurata per le componenti orizzontale
e verticale. Costituisce il criterio di base per prevedere la magnitudo di
un sisma imminente.
ANISOTROPIA MAGNETICA
La caratteristica di una sostanza di magnetizzarsi più facilmente
in una direzione piuttosto che in un'altra.
AREA SOTTO CONTROLLO
La parte della superficie terrestre vicino ai luoghi dove viene disposta
la macchina per prevedere i terremoti e che comprende al suo interno una
o più zone epicentrali.
CAMPO MAGNETICO INOMOGENEO
Caratteristica di un dipolo molto lungo, come quello terrestre, dove in vicinanza
di un polo questi agisce più dell'altro e potrebbe dar luogo a
traslazione.
CAMPO MAGNETIZZANTE
Il campo magnetico attraverso il quale si ha, per induzione, la magnetizzazione
di una sostanza.
COMPONENTE NON DIPOLARE
La differenza tra i dati magnetici teorici del dipolo terrestre e i suoi
dati effettivamente rilevati.
CONFIGURAZIONE
L'insieme delle caratteristiche riguardanti il verso delle variazioni di
declinazione e di inclinazione del vettore campo rilevate contemporaneamente
in più luoghi, a partire da quello che ha fatto registrare l'ampiezza
maggiore fino a quello che ha fatto registrare l'ampiezza minore, seguendo
una successione decrescente. Individua la zona epicentrale.
CREEP
Lento scorrimento di una faglia, senza rottura delle rocce, che pertanto
non dà luogo a terremoti.
DECLINAZIONE MAGNETICA
L'angolo che il meridiano magnetico forma col meridiano geografico. È
positiva verso Oriente e negativa verso Occidente.
DILATANZA
Aumento di volume delle rocce legato a variazioni elastiche o anelastiche.
Provoca deboli e lente variazioni del campo geomagnetico, non utili alla
previsione.
EPICENTRO
Luogo della superficie terrestre sulla verticale dell'ipocentro. Deve essere
inteso in senso lato, equivalente alla zona epicentrale.
FAGLIA ATTIVA
Frattura negli strati rocciosi avvenuta in tempi recenti (storici).
FIGURE DI RILEVAMENTO
La disposizione utile delle Unità di Rilevamento nella zona sotto
controllo. La prima figura consiste nel disporre le Unità di Rilevamento
ai vertici e al centro di un quadrato con lato di circa 20 chilometri.
GRANDEZZA DI UNA CONFIGURAZIONE
L'ampiezza media delle massime variazioni rilevate in un determinato intervallo
di tempo da ciascun variometro, indipendentemente dai versi di direzione.
È in relazione con la magnitudo del sisma imminente.
INCLINAZIONE MAGNETICA
L'angolo che il vettore campo forma col piano dell'orizzonte. È positiva
verso il basso e negativa verso l'alto.
INTENSITÀ DI UN TERREMOTO
Lo scuotimento del suolo misurato indirettamente attraverso i danni provocati
dal terremoto. Non attendibile per determinarne la forza all'origine.
INTENSITÀ TOTALE
La forza del campo magnetico con cui si misura la magnetizzazione. La sua
unità è l'oersted (e.m.u.), ma in geofisica si usa il gauss,
numericamente uguale.
IPOCENTRO
In senso lato, luogo di origine dei terremoti, corrispondente alla zona focale.
LUNGHEZZA D'ONDA
Distanza tra due contigue creste d'onda.
MAGNETIZZAZIONE
Il momento magnetico per l'unità di volume.
MAGNETIZZAZIONE RESIDUA
La magnetizzazione delle rocce indipendente dal campo geomagnetico attuale.
MAGNETOSTRIZIONE
Fenomeno magnetico per il quale la magnetizzazione delle rocce provoca una
restrizione dei volumi dei cristalli che le compongono.
MAGNITUDO
Grandezza di un terremoto misurata sull'ampiezza massima fatta registrare
dalle onde sismiche a una precisa distanza dall'epicentro. A seconda del
tipo di sismografo, il movimento reale del suolo può essere amplificato
anche fino a centomila volte. La magnitudo ML, nella scala
Richter, è il logaritmo in base dieci del massimo movimento (amplificato)
del suolo, espresso in micron, misurato con un sismografo equivalente al
tipo Wood-Anderson e rapportato a una distanza standard di 100 chilometri
dall'epicentro.
MICROSCOSSA
Piccola scossa sismica, rilevabile solo con strumenti.
MICROSISMA
Vibrazione della Terra dovuta al vento, ai marosi, alle attività
dell'uomo, ecc., indipendentemente dai terremoti.
MOMENTO MAGNETICO
La forza risultante dal prodotto dell'intensità di un polo per la
distanza tra i due poli: M = pd.
MOMENTO MAGNETICO COMPLESSIVO
La forza risultante dal prodotto dell'intensità di magnetizzazione
per il volume delle masse interessate.
MOMENTO SISMICO
Misura della grandezza di un terremoto basata sul prodotto della rigidità
delle rocce per l'area del piano di faglia e per l'ampiezza dello spostamento
tra i due lati contrapposti della faglia.
NUMERO DI FUOCO
Serie di numeri corrispondente a una configurazione, utilizzato dall'Unità
Centrale di Elaborazione per la formulazione del protocollo di previsione.
Indica la zona focale.
NUMERO DI GRANDEZZA
Il valore che esprime la grandezza di una configurazione, utilizzato
dall'Unità Centrale di Elaborazione per la formulazione del protocollo
di previsione.
PARTE DI COMUNICAZIONE
La parte della macchina che opera la trasmissione dei dati dalla Parte di
Rilevamento a quella di elaborazione e permette la comunicazione a distanza
tra Utente e Unità Centrale di Elaborazione.
PARTE DI ELABORAZIONE
La parte della macchina che elabora i dati rilevati dalla Parte di Rilevamento
o ricevuti dall'Utente. Riesce a isolare le variazioni sismomagnetiche e
a fornire le eventuali previsioni.
PARTE DI RILEVAMENTO
La parte della macchina adibita al rilevamento delle variazioni del campo
geomagnetico e costituita da un numero variabile di Unità di Rilevamento.
PERIODO D'ONDA
L'intervallo di tempo tra un'onda e la successiva.
PERMEABILITÀ
Capacità di un mezzo di lasciarsi attraversare dal magnetismo:
µ = 1 + 4 pi k. Può essere modificata con
la compressione.
PIEZOMAGNETISMO
Fenomeno magnetico per il quale la compressione di una sostanza provoca la
creazione di campi magnetici.
PREVISIONE
La previsione di un terremoto può essere probabilistica e deterministica.
In quest'ultimo caso deve risultare utile, sicura e completa.
PROFONDITÀ FOCALE
La distanza verticale tra la zona focale e quella epicentrale.
PROTOCOLLO DI PREVISIONE
Insieme di dati numerici e alfanumerici con cui l'Unità Centrale di
Elaborazione della macchina raccoglie le informazioni e formula la previsione.
REGOLA DELLA COSTANZA
Per rendere operativa la reiterazione dei rilevamenti, con la conseguente
associazione delle configurazioni ai terremoti, i variometri devono essere
mantenuti sempre nello stesso posto e i dati rilevati devono essere considerati
validi solo per le zone focali a cui si riferiscono.
REGOLA DELLA REITERAZIONE
Regola fondamentale per l'individuazione della zona epicentrale e la
determinazione della magnitudo di un terremoto imminente. Consiste nel
considerare ripetibili i fenomeni misurati nella costanza delle stesse
condizioni.
RIMBALZO ELASTICO
Teoria secondo la quale l'energia dovuta alle forze geologiche si accumula
gradualmente finché le rocce riescono a sopportarla. Al momento di
rottura avviene una dislocazione che libera l'energia e dà luogo al
terremoto.
SCALA RICHTER
È la scala, logaritmica in base dieci, con cui si misura la magnitudo
locale ML di un terremoto. Può essere parallela
a una scala per la misurazione della grandezza di una configurazione.
SISMOMAGNETISMO
Effetto magnetico dovuto alla stato di stress in zona focale poco prima del
momento di frattura che dà luogo ai terremoti. È simile al
tettonomagnetismo, ma direttamente legato ai terremoti, di cui costituisce
un indizio particolarmente efficace.
SORGENTE DELLE VARIAZIONI
Luogo della crosta terrestre da cui si originano le variazioni sismomagnetiche.
Corrisponde alla zona focale.
SPETTRO MAGNETICO DEI TERREMOTI
L'insieme delle linee di forza dovute all'effetto sismomagnetico.
STRESS FOCALE
Stato di sforzo delle rocce in zona focale. È in relazione con la
magnitudo di un sisma imminente e con l'ampiezza delle variazioni
sismomagnetiche.
SUBSIDENZA
Movimento verso il basso di un terreno o fondale marino. È una delle
cause delle variazioni tettonomagnetiche difficilmente interpretabili ai
fini della previsione.
SUSCETTIVITÀ
Capacità di un corpo di magnetizzarsi: k = J / F.
Può essere modificata attraverso la compressione.
TEMPERATURA DI CURIE
Temperatura critica per la magnetizzazione delle sostanze, oltre la quale
una sostanza ferromagnetica si comporta come paramagnetica, perdendo
suscettività.
TEMPERATURA DI NÉEL
Temperatura critica per le sostanze ferrimagnetiche, oltre la quale perdono
suscettività.
TEODOLITE
Strumento di precisione per la misura degli angoli verticali (altezza) ed
orizzontali (azimut). Se costruito con materiali amagnetici, può essere
utilizzato per la taratura dei variometri della declinazione e dell'inclinazione.
TETTONOMAGNETISMO
Effetto magnetico dovuto alla compressione delle rocce per i movimenti tettonici,
concomitante, generalmente, a fenomeni di subsidenza e dilatanza. È
stato studiato a partire dagli anni Sessanta e così chiamato da Nagata
(1969), che lo attribuisce al piezomagnetismo. Si conoscono alcune relazioni
tra esso e i fenomeni sismici.
UNITÀ CENTRALE DI COMUNICAZIONE
Coordina la ricezione dei dati provenienti dalle varie Unità Periferiche,
per comunicarli ordinatamente alla Parte di Elaborazione, e permette la
comunicazione di questa parte con l'Utente.
UNITÀ CENTRALE DI ELABORAZIONE
È il cervello e il cuore della macchina, che permette di elaborare
le previsioni e di tener conto delle informazioni ricevute.
UNITÀ DI RILEVAMENTO
Elemento fondamentale della Parte di Rilevamento della macchina, costituito
da due differenti variometri magnetici.
UNITÀ PERIFERICA DI COMUNICAZIONE
Permette la trasmissione ordinata dei dati, rilevati con l'Unità di
Rilevamento, all'Unità Centrale di Comunicazione. Il numero delle
Unità Periferiche è equivalente a quello delle Unità
di Rilevamento, a cui ciascuna è associata.
VARIAZIONI SISMOMAGNETICHE
Le variazioni del campo geomagnetico, utili ai fini della previsione dei
terremoti, dovute allo stato di stress che precede il momento di rottura
delle rocce focali.
VARIOMETRO MAGNETICO
Rilevatore delle variazioni del campo geomagnetico. I variometri utilizzati
dalla macchina descritta in questo lavoro riguardano le variazioni di
declinazione e di inclinazione.
VERSO DI VARIAZIONE DI DIREZIONE
Indica lo spostamento della variazione, che, relativamente ai piani di
riferimento, può essere verso Ovest o Est e verso l'alto o il basso.
Costituisce il criterio di base per prevedere la zona epicentrale di un sisma
imminente.
VOLUME FOCALE
Volume della zona focale, in relazione, a parità di altre condizioni,
con la magnitudo di un sisma imminente e con l'ampiezza delle variazioni
sismomagnetiche.
ZONA EPICENTRALE
La parte della superficie della crosta terrestre sulla verticale della zona
focale, dove si registrano gli effetti maggiori del sisma.
ZONA FOCALE
Luogo della crosta terrestre in cui si accumulano gli sforzi e si determina
la frattura delle rocce che dà origine al terremoto. Corrisponde alla
sorgente delle variazioni sismomagnetiche.
B.A. BOLT (1978), Earthquakes. A primer, W.H. Freeman Co., S.Francisco.
M.T. GLADWIN (1985), Piezomagnetic Monitoring in the South Pacific Region, Pure Appl. Geophys., 122, 921-932.
M.J.S. JOHNSTON & R.J. MUELLER (1987), Seismomagnetic Observation During the 8 July 1986 Magnitude 5.9 North Palm Springs Earthquake, Science, Vol. 237.
J. KORENAGA (1995), Comprehensive analysis of marine magnetic vector anomalies, J. Geophys. Res., 100, 365-378.
A. MELONI, S. ARCA, O. BATTELLI, G. DOMINICI, A. MARCHETTA (1988), La Rete Magnetica Italiana al 1985.0, Bollettino di Geodesia e Scienze affini, 4,1988, IGMI, Firenze.
R.T. MERRILL & M.W. McELHINNY (1983), The Earth's Magnetic Field: Its History, Origin and Planetary Perspective, Academic Press, Inc., London.
F. MULARGIA & E. BOSCHI (1978), Alcune considerazioni sulla previsione dei terremoti, Mem. Soc. Geol. It., 19, 665-672, 3 ff.
F. MULARGIA, S. TINTI & E. BOSCHI (1987), Previsione dei terremoti e rischio sismico, Aree sismogenetiche e rischio sismico in Italia - I, Editrice Galileo Galilei, Lousanne.
T. NAGATA (1969), Tectonomagnetism, Int. Assoc. Geomagn. Aeron. Bull., 27, 12-43.
T. NAGATA (1970), Effects of a uniaxial compression on remanent magnetizations of igneous rocks, Pure Appl. Geophys., 78, 100-109.
T. RIKITAKE (1976), Earthquake prediction, Elsevier, Amsterdam
T. RIKITAKE et al. (1980), Changes in the geomagnetic field associated with Earthquakes in the Izu Peninsula, Japan, J. Geomagn. Geoelect., 32, 721-739
T. RIKITAKE (1982), Earthquake forecasting and warning, Vol.3 Center for Academic Publications-Reidel publishing Company, Tokio.
T. RIKITAKE (1987), Magnetic and Electric Signals Precursory to Earthquakes: An Analysis of Japanese Data, J. Geomagn. Geoelect., 39, 47-61.
F.D. STACEY & S.K. BANERJESE (1974), The physical principles of rock magnetism, Elsevier, Amsterdam.
P. VAROTSOS & K. ALEXOPOULOS (1984a), Physical properties of the variations of the electric field of the Earth preceding Earthquakes, I, Tectonophysics, 110, 73-98.
P. VAROTSOS & K. ALEXOPOULOS (1984b), Physical properties of the variations of the electric field of the Earth preceding Earthquakes. II. Determination of epicenter and magnitude, Tectonophysics, 110, 99-125.
K.N. ABDULLABEKOV et al. (1972), On the possibility of using magnetic methods to study tectonic processes, Tectonophysics, 14, 257-262.
G. ASTI (1985), Il magnetismo, Editori Riuniti, Roma.
B.A. BOLT (1978), Earthquakes. A primer, W.H. Freeman Co., S.Francisco.
R. CASSINIS (1989), Fisica Terrestre, Cooperativa libraria universitaria del Politecnico, Milano.
E. CIOPPI (1983), I Sismografi: cosa sono e a che cosa servono, Pubblicazione dell'Osservatorio Ximeniano di Firenze.
P.M. DAVIS & M.J.S. JOHNSTON (1983), Localised geomagnetic field changes near active faults in California 1974-1980, J. geophys. Res., 88, 9452-9460.
M.T. GLADWIN (1985), Piezomagnetic monitoring in the South Pacific region, Pure Appl. Geophys., 122, 921-932
Y. HONKURA (1981), Electric and magnetic approach to earthquake prediction, in Current research in earthquake prediction, ed. T. Rikitake, pp.301-383, Center for Academic Publications Japan (Tokyo), D. Reidel Publishing Company, Dordrecht.
M.J.S. JOHNSTON et al. (1976), Tectonomagnetic experiments and observations in western U.S.A., J. Geomagn. Geoelect., 28, 85-97.
M.J.S. JOHNSTON et al. (1981), Preseismic and coseismic magnetic field measurements near Coyote Lake, California, earthquake of august 6, 1979, J. geophys. Res., 86, 921-926.
M.J.S. JOHNSTON et al. (1984), Precision of magnetic measurements in a tectonically active region, J. Geomagn. Geoelect., 36, 83-95.
M.J.S. JOHNSTON & R.J. MUELLER (1987), Seismomagnetic observation during the 8 july 1986 magnitude 5.9 North Palm Springs earthquake, Science, 237, 1201-1203.
R.T. MERRILL & M.W. McELHINNY (1983), The Earth's Magnetic Field: Its History, Origin and Planetary Perspective, Academic Press, Inc., London.
G.W. MOORE (1964), Magnetic disturbances preceding the 1964 Alaska earthquake, Nature, 203, 508-509.
R.J. MUELLER & M.J.S. JOHNSTON (1981), Precision of magnetic measurements in a tectonically active region, Trans. Am. geophys. Un., 62, 1054.
F. MULARGIA & E. BOSCHI (1978), Alcune considerazioni sulla previsione dei terremoti, Mem. Soc. Geol. It., 19, 665-672, 3 ff.
T. NAGATA (1969), Tectonomagnetism, Int. Assoc. Geomagn. Aeron. Bull., 27, 12- 43.
T. NAGATA (1970), Effects of a uniaxial compression on remanent magnetizations of igneous rocks, Pure Appl. Geophys., 78, 100-109.
T. RIKITAKE (1968c), Geomagnetism and earthquake prediction, Tectonophysics, 6, 59-68.
T. RIKITAKE (1976), Earthquake prediction, Elsevier, Amsterdam.
T. RIKITAKE et al. (1980), Changes in the geomagnetic field associated with earthquakes in the Izu peninsula, Japan, J. Geomagn. Geoelect., 32, 721-739.
T. RIKITAKE (1982), Earthquake forecasting and warning, Vol. 3 Center for Academic Publications - Reidel publishing Company, Tokio.
T. RIKITAKE (1987), Magnetic and electric signals precursory to earthquakes: an analysis of japanese data, J. Geomagn. Geoelect., 39, 47-61.
Y. SASAI & Y. YAMAZAKI (1980), Tectonomagnetic event preceding a M 5.0 earthquake in the Izu peninsula - a seismic slip of a buried fault?, Bull. Earthq. Res. Inst., Univ.Tokyo, 55, 895-911.
B.E. SMITH et al. (1974), Results from a differential magnetometer array along the San Andreas fault in Central California, Trans. Am. geophys. Un., 56, 1113.
F.D. STACEY (1963), Seismomagnetic effect and the possibility of forecasting earthquakes, Nature, 200, 1083-1085.
F.D. STACEY (1964), The seismomagnetic effect, Pure Appl. Geophys., 58, 5-22.
F.D. STACEY & S.K. BANERJESE (1974), The physical principles of rock magnetism, Elsevier, Amsterdam.
P. VAROTSOS & K. ALEXOPOULOS (1984a), Physical properties of the variations of the electric field of the Earth preceding earthquakes, I, Tectonophysics, 110, 73-98.
P. VAROTSOS & K. ALEXOPOULOS (1984b), Physical properties of the variations of the electric field of the Earth preceding Earthquakes. II. Determination of epicenter and magnitude, Tectonophysics, 110, 99-125.
F.J. VINE & D.H. MATTHEWS (1963), Magnetic anomalies over oceanic ridges, Nature, 199, 947-949.
Y. YAMAZAKI & T. RIKITAKE (1970), Local anomalous changes in the geomagnetic field at Matsushiro, Bull. Earthq. Res. Inst., Univ. Tokyo, 48, 637-643.