Enrico Barsanti
LA PREVISIONE
DEI
TERREMOTI
Capitolo IX
SCHEMI RIASSUNTIVI E CONCLUSIONE
Indice del Capitolo IX
TAPPE FONDAMENTALI DEL METODO
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I terremoti sono delle vibrazioni del suolo dovute alla rottura improvvisa
delle rocce crostali.
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Essi avvengono per le spinte geologiche, quando l'accumulo di energia di
deformazione non è più contenuto dall'elasticità delle
rocce, così come una tavola di legno prima si piega e poi si spezza
sotto un peso eccessivo.
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All'approssimarsi del momento di rottura, si determinano alcuni fenomeni
fisici per la forte pressione e lo stiramento a cui sono sottoposte le masse
rocciose, tra l'altro un'alterazione consistente del loro stato
elettromagnetico.
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Tale alterazione genera in zona focale un campo magnetico che modifica localmente
e temporaneamente quello generale terrestre.
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Il fenomeno, di tipo piezomagnetico, è simile a quello piezoelettrico
di alcuni accendini a gas, dove la pressione di un minerale genera cariche
elettromagnetiche.
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Per prevedere i terremoti in una certa zona, quindi, è possibile istituire
un monitoraggio locale del campo geomagnetico.
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La previsione può avvenire in tempo utile, perché le variazioni
legate a un sisma imminente (variazioni sismomagnetiche) si manifestano in
modo consistente soltanto pochi giorni prima dei terremoti.
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La previsione, inoltre, può essere sicura perché le variazioni
sismomagnetiche sono legate in modo necessario ai terremoti e si presentano
con caratteristiche proprie che le distinguono dalle comuni variazioni
geomagnetiche dovute ad attività umane o ad altre cause naturali.
Ad esempio, a differenza delle anomalie crostali locali, che variano nello
spazio e non nel tempo, e delle perturbazioni magnetiche, che variano nel
tempo ma non nello spazio, esse si estendono su ampie zone della superficie
terrestre circoscrivibili spazialmente e temporalmente.
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La previsione può essere completa perché le variazioni
sismomagnetiche hanno caratteristiche tali che consentono di individuare
la zona epicentrale e di determinare la magnitudo del sisma imminente.
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Le variazioni sismomagnetiche riguardano tutti gli elementi del campo
geomagnetico, ma in modo particolare la sua direzione. Per isolarle e "leggerle"
in modo adeguato, risolvendo i problemi di interpretazione dei dati, si
dispongono (secondo certe figure) pochi appositi strumenti (variometri magnetici)
nella zona da tenere sotto controllo e si considerano le configurazioni delle
variazioni rilevate tramite essi, qualora i valori di soglia siano superati
contemporaneamente in almeno due diverse parti della zona. In questo caso,
la configurazione rilevata (informazione magnetica) è confrontata
con le configurazioni già memorizzate e verificate tramite i terremoti
avvenuti (informazione sismica). L'associazione è possibile dopo che
una configurazione si è ripetuta (Regola della reiterazione) restando
costanti i luoghi di rilevamento e i riferimenti con i terremoti già
verificatisi (Regola della costanza dei rilevamenti e dei riferimenti). Il
criterio di base è che ciascuna configurazione uguale corrisponde
alla medesima zona focale o al medesimo disturbo, e che la grandezza di una
configurazione valida è in relazione con la magnitudo del sisma imminente.
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CARATTERISTICHE SALIENTI DEL METODO
Le innovazioni salienti del metodo, anche in confronto a ciò che è
stato fatto finora sulla previsione dei terremoti attraverso lo studio dei
precursori geomagnetici, si possono riassumere nei seguenti punti:
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Le variazioni del campo magnetico terrestre legate a sismi imminenti (effetto
sismomagnetico) sono distinte da quelle, spesso legate a fenomeni di dilatanza,
dovute al più generale effetto tettonomagnetico; queste ultime sono
molto deboli e hanno un'evoluzione lenta, per cui risultano non utili ai
fini di una previsione deterministica dei terremoti.
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Le variazioni del campo geomagnetico sono misurate sulle variazioni di direzione
del vettore campo, anziché sulle variazioni, meno significative e
meno informative, dell'intensità totale.
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I magnetometri, comunemente usati nelle stazioni e negli osservatori magnetici,
sono sostituiti qui da variometri magnetici appositamente progettati.
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Le unità di rilevamento, il cui numero, mai inferiore a quattro, dipende
dalle caratteristiche della zona da tenere sotto controllo, consistono di
due diversi variometri ciascuna e sono dislocate in maniera tale da consentire
la massima esplorazione utile (con distanze di contiguità di circa
10 ÷ 20 km) per un rilevamento significativo dei dati.
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Il collegamento dei variometri con l'osservatorio (Unità Centrale
di Elaborazione) viene effettuato tramite radio.
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Il monitoraggio e l'elaborazione delle informazioni avvengono costantemente
e continuamente in modo del tutto automatico.
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I problemi derivanti dalla inconoscibilità dello sviluppo dello stato
di stress in zona focale e quelli riguardanti le anomalie magnetiche
corrispondenti alla diversa suscettività delle rocce vengono risolti
con due specifiche regole: la "Regola della costanza dei rilevamenti e dei
riferimenti" e la "Regola della reiterazione dei rilevamenti".
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La previsione, che normalmente oscilla da uno a dieci giorni di anticipo,
è possibile in tempi utili in quanto i fenomeni sismomagnetici rilevabili
hanno un'evoluzione molto rapida, che si origina a ridosso dell'evento
sismico.
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L'individuazione della zona epicentrale del sisma imminente e la determinazione
della sua magnitudo sono effettuate sulla base della "Informazione magnetica"
e della "Informazione sismica", il cui rapporto costituisce il principio
del modo di apprendimento della macchina.
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L'informazione magnetica è fornita dai variometri ed è resa
significativa dalla loro disposizione geografica (Figure di disposizione).
Il sistema permette di ridurre drasticamente il numero dei rilevatori rispetto
a una fitta rete, da altri ipotizzata, e non richiede, per isolare l'effetto
sismomagnetico, confronti e filtraggi mediante osservatori magnetici
esterni.
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L'informazione sismica è fornita dagli osservatori sismici e riguarda
i dati essenziali sui terremoti che avvengono nella zona sotto controllo
e in quelle limitrofe.
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La chiave interpretativa dei rilevamenti risiede nella nozione di
"Configurazione" e in quella di "Grandezza della configurazione". La prima
corrisponde ai dati, riguardanti il verso della variazione di direzione,
rilevati contemporaneamente da ciascun variometro secondo un ordine relativo
all'ampiezza assoluta; la seconda corrisponde alla media delle ampiezze assolute
delle variazioni rilevate.
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La sicurezza della previsione è possibile: a) sulla base dei rilevamenti
contemporanei in un'intera zona, che permette di riconoscere i disturbi di
origine antropica e molti disturbi dovuti a cause naturali, e b) sulla base
delle configurazioni rilevate senza una corrispondente informazione sismica,
che permette di distinguere in ogni caso tutti i disturbi, compresi quelli
generalizzati, come le perturbazioni magnetiche.
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La zona epicentrale è individuata dalla configurazione rilevata in
rapporto all'informazione sismica, secondo la "Regola della costanza dei
rilevamenti e dei riferimenti".
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La magnitudo del sisma imminente è determinata dalla grandezza della
configurazione rilevata in rapporto con le configurazioni già note
e riguardanti la medesima zona focale.
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CONCLUSIONE
Il metodo esposto e la descrizione della struttura e del funzionamento della
macchina sono frutto di un'esperienza personale che dura da alcuni anni.
I risultati conseguiti, nonostante la limitatezza dei mezzi a disposizione,
sono stati positivi ed univoci nel confermare la funzionalità dei
principi teorici di riferimento e le potenzialità di previsione del
"Sistema".
Una sperimentazione completa e su una scala territoriale adeguata, condotta
per un periodo conveniente, potrà quindi consentire ulteriori sviluppi,
perfezionamenti e un consolidamento nelle applicazioni pratiche. A questo
scopo è, però, necessario il concorso di ulteriori risorse
economiche, professionali e strutturali provenienti da istituzioni, pubbliche
o private, o da altri soggetti interessati.
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Fine del Capitolo IX
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