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Introduzione alla sezione
Per molti, specialmente giovani, la filosofia rappresenta la speranza di
poter comprendere il mondo e tutte le sue cose. Con gli anni questa speranza
si va affievolendo, ma l'inclinazione a tentare una spiegazione razionale
e complessiva è dura a morire.
Sono troppi però coloro che hanno una concezione alquanto distorta
della filosofia, in Italia soprattutto. Del resto in questo paese non c'è
mai stata una grande tradizione filosofica; ci sono stati grandi pittori,
grandi musicisti, ecc., ma - diciamolo francamente - non ci sono mai stati
grandi filosofi. La stessa collocazione accademica della filosofia, relegata
insieme alle lettere, è un brutto segnale: la si confonde con l'arte
o con le chiacchiere. I più la confondono con la sua storia e, in
generale, non riescono a vedere la differenza tra storia e filosofia. Per
questo si dedicano a lunghe ricerche, per poi partorire opere tecnicamente
perfette, la cui riuscita ha richiesto molti anni di studio, di confronti,
di dibattiti e di riferimenti documentali, ma opere che mancano di spirito,
di inventiva, di originalità e, soprattutto, di filosofia.
Altri, invece, esprimono idee confuse, e lo fanno senza dare alcun fondamento
ai propri pensieri che vada oltre le personali intuizioni, anche se, a volte,
magnificamente espresse.
Leggendo le opere di un filosofo ci si aspetta affermazioni forti, non dati
di fatto banali condivisibili da chiunque, ma affermazioni forti dimostrate,
innanzi tutto, razionalmente.
Da un lato, dunque, ci sono i pedanti e i formalisti che si fissano su fondamenti
di carta; dall'altro ci sono i temerari, che non danno una base ai loro
pensieri.
Gli scritti qui raccolti non saranno tutti di filosofia nel senso sopra
auspicato. Quelli più "forti" li devo riguardare e quindi saranno
messi per ultimi.