Enrico Barsanti
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Il presente lavoro è il risultato di uno studio personale durato alcuni
mesi e che mi ha dato molte soddisfazioni. Sono infatti riuscito da solo
a trovare quasi tutto ciò che è necessario per calcolare le
orbite e le posizioni dei pianeti, senza disporre di quei manuali, oggi
abbastanza diffusi, che mi spiegassero, tappa per tappa, i procedimenti da
compiere. Quasi tutto da solo, ma non tutto, perché una cosa non sono
riuscito a trovare. Si tratta dell'equazione di Keplero che, quando infine
l'ho letta sul volume Astronomia dell'Enciclopedia Feltrinelli-Fischer,
mi ha fatto toccare con mano la genialità del grande astronomo tedesco.
Ero ormai già molto addentro al problema, ma ancora lontanissimo dalla
sua soluzione. È stata un'esperienza rara e indimenticabile, paragonabile
a quella che forse può provare un mediocre compositore ascoltando
Vivaldi, Mozart e Beethoven.
A chi volesse avvicinarsi all'astronomia in modo intelligente e operativo
consiglio la lettura di:
Wolfgang Schroeder, Astronomia pratica, Longanesi 1967
Per prevedere con esattezza le posizioni dei pianeti e del Sole sulla volta celeste, così come noi la vediamo dalla Terra, è necessario conoscere due cose fondamentali:
In sostanza, il determinare la posizione di un pianeta sulla volta celeste
dipende da un ragionamento di questo tipo:
-- Oggi il pianeta si trova in questo punto; poiché si muove con questa
e quest'altra caratteristica, domani si troverà in quest'altro punto
e ieri si doveva trovare in un altro punto ancora. --
Dal momento che la particolarità del moto di ciascun pianeta sulla
volta celeste è molto complicata e tutt'altro che armonica e prevedibile
sulla base delle semplici apparenze, uno dei compiti fondamentali degli astronomi
è stato quello di fare ordine e di individuare delle ragioni semplici
e interpretabili che governassero l'apparente casualità e complicatezza
del moto dei pianeti.
I due tentativi più famosi e, forse, più illustri che hanno
cercato di fare luce sul moto dei pianeti sono quello del greco Claudio Tolomeo
e del tedesco Giovanni Keplero.
Tolomeo considerò la Terra come se fosse ferma e il Sole come se le
girasse intorno descrivendo una circonferenza, il cui centro, però,
non coincideva esattamente con la posizione della Terra (eccentricità).
Considerò, poi, gli altri pianeti come se girassero intorno alla Terra
descrivendo degli epicicli.
Con questi moti, tutto sommato molto semplici, Tolomeo riuscì a dare
una base razionale all'apparente irrazionalità del moto dei pianeti
sulla volta celeste.
Keplero, invece, molti secoli dopo, considerò il Sole come se fosse fermo e la Terra e tutti gli altri pianeti, indifferentemente, come se gli girassero intorno descrivendo delle ellissi di cui esso (il Sole) occupava uno dei fuochi. La soluzione di Keplero sembrò subito dare delle basi razionali ancora più semplici di quelle di Tolomeo.
In entrambe le teorie, comunque, l'ipotesi comune di fondo è che i rapporti tra i fenomeni celesti non siano casuali e irrazionali, ma ubbidienti a leggi generali di carattere geometrico, cioè matematico.
Qualche secolo fa ci furono molte dispute atte a stabilire quale, tra il
modello geocentrico e quello eliocentrico, fosse quello giusto. Oggi queste
dispute non interessano più, ma è interessante notare come
entrambe le teorie possano andar bene da un punto di vista matematico e portino
a risultati corretti, se continuamente aggiornate con osservazioni sempre
più precise. Da un punto di vista fisico, invece, sono incompatibili,
e accettare per buona, oggi, la teoria tolemaica comporterebbe l'abbandono
della teoria di Newton sulla gravitazione universale (cosa che potremmo anche
fare, ma dovremmo riscrivere daccapo la fisica).
Il successo di una o l'altra delle due teorie, nel passato, è stato
influenzato, più che da convinzioni teoriche, dai risultati concreti
che si ottenevano nel prevedere le posizioni dei pianeti per una certa data.
Il modello geocentrico trionfò su quello eliocentrico, semplicemente
perché proposto da grandi astronomi come Ipparco e Tolomeo, che avevano
dati osservativi e strumenti matematici più potenti di tutti gli altri.
Tolomeo, nel secondo libro dell'Almagesto, non sostiene ragioni di principio
a favore del geocentrismo. Egli sostanzialmente dice che il sistema geocentrico
è più consono a noi perché, vivendo noi sulla Terra,
abbiamo per contingenza una visione geocentrica dell'Universo. Ancora ai
tempi di Copernico, che come è noto non è mai stato un grande
osservatore del cielo (in punto di morte confessò di non aver mai
visto Mercurio) non c'erano validi motivi astronomici per abbandonare il
geocentrismo, non andando il suo contributo oltre quello di Aristarco di
Samo, che si era limitato a copiare. Fu solo con le accurate osservazioni
dei movimenti di Marte fatte da Ticho Brahe (che peraltro sosteneva il
geocentrismo, anche se modificato) e con il genio matematico di Keplero che
l'eliocentrismo trovò le basi matematiche e i risultati osservativi
che ne decretarono il successo.
La descrizione del calcolo delle orbite e delle posizioni dei pianeti che
segue si rifà alla teoria di Keplero e alle sue famose leggi sulla
natura del moto dei pianeti.
Dalle leggi di Keplero risulta che la particolarità del moto di ciascun
pianeta dipende soltanto dal tipo particolare di ellisse che descrive la
sua orbita. Di conseguenza, per conoscere la posizione di un pianeta sulla
sfera celeste è sufficiente sapere le caratteristiche della sua orbita,
deducibili dall'osservazione, la sua posizione in una certa epoca, rilevata
anch'essa direttamente con l'osservazione, e applicare le proprietà
dell'ellisse.
Per ciascun pianeta dobbiamo conoscere:
Inoltre, ponendo come piano di riferimento quello su cui giace l'orbita della Terra, chiamato piano dell'eclittica, dobbiamo conoscere anche:
La scelta dell'epoca, dal momento che una nostra misurazione con strumenti
amatoriali non sarebbe molto precisa ma solo indicativa, dipende dalla
documentazione in nostro possesso.
Una fonte attendibile nel nostro secolo è stata la Connaissance
des temps, pubblicato in Francia da "Le Bureau des Longitudes", e l'epoca
dei dati è il primo gennaio del 1900 ore 12:00 T.U. (T.U. sta per
Temps Universel, in pratica l'ora solare media di Greenwich, G.M.T.)
Questa data, però, è ormai abbastanza lontana dai nostri giorni
e i dati fondamentali delle orbite dei pianeti che ad essa si riferiscono
potrebbero aver bisogno di alcune correzioni, specialmente nel caso che ci
interessasse conoscere la posizione dei pianeti in un lontano futuro o in
un lontano passato. Infatti, i dati fondamentali delle orbite dei pianeti
non restano costanti nel tempo, ma subiscono delle variazioni, e anche se
è vero che queste variazioni sembrano essere costanti, è anche
vero che sono pochi secoli che studiamo i movimenti dei pianeti per poterle
conoscere con esattezza.
Ad esempio, l'equinozio di primavera non avviene più, nella nostra
epoca, quando il Sole entra nella costellazione zodiacale dell'Ariete, come
avveniva circa 2100 anni fa, ma avviene quando il Sole entra nella costellazione
dei Pesci, che precede quella dell'Ariete. Questo noto movimento del punto
equinoziale di primavera, scoperto nel II secolo a.C. da Ipparco di Nicea,
per me il più grande tra tutti gli astronomi, prende il nome di
"Precessione degli equinozi" ed è di per sé sufficiente per
invalidare tutti gli oroscopi. I punti equinoziali compiono un giro di 360°
intorno alla fascia zodiacale, in 26000 anni circa, con uno spostamento annuale
di circa 50" d'arco. Di qui la necessità di attendere ancora circa
24000 anni prima che i segni zodiacali possano coincidere nuovamente con
le costellazioni di cui prendono il nome.
I movimenti di precessione sono comuni a tutti i pianeti e sembrano essere
provocati dall'interazione gravitazionale dei pianeti stessi che, con le
loro masse, perturberebbero vicendevolmente, e in modo costante, le loro
orbite; ma la cosa non è molto certa, almeno per quanto riguarda le
perturbazioni chiamate SECOLARI. Queste sono le più importanti e le
più facilmente calcolabili.
Le perturbazioni, invece, chiamate PERIODICHE, dovute alle periodiche
congiunzioni dei pianeti maggiori, sono difficilmente calcolabili e la loro
importanza è insignificante per l'astronomia amatoriale, tanto che
possiamo tralasciarle del tutto.
Tenendo conto soltanto delle perturbazioni secolari, ci faremo un quadro dei movimenti dei pianeti che sarà molto vicino al loro movimento reale, indipendentemente dalla data presa in considerazione. Per fare ciò si devono aggiungere i seguenti dati:
Lo schema che segue è diviso in due parti.
Nella prima parte si calcolano i dati riguardanti l'orbita della Terra e
le coordinate equatoriali geocentriche del Sole. Nella seconda parte si calcolano
i dati riguardanti l'orbita di un pianeta qualsiasi e, tenendo conto dei
dati calcolati nella prima parte, si calcolano anche le coordinate equatoriali
geocentriche del pianeta.
SPIEGAZIONE DEI DATI ORBITALI FONDAMENTALI |
|
L0 |
Longitudine della Terra o del pianeta |
DL0 |
Moto angolare medio giornaliero della Terra o del pianeta |
w0 |
Longitudine del perielio della Terra o del pianeta |
Dw0 |
Variazione giornaliera di w0 |
e0 |
Eccentricità dell'orbita della Terra o del pianeta |
De0 |
Variazione giornaliera di e0 |
q0 |
Longitudine del nodo ascendente del pianeta |
Dq0 |
Variazione giornaliera di q0 |
i0 |
Inclinazione dell'orbita del pianeta sull'eclittica |
Di0 |
Variazione giornaliera di i0 |
a |
Semiasse maggiore dell'orbita |
e0 |
Inclinazione dell'equatore terrestre sull'eclittica |
De0 |
Variazione giornaliera di e0 |
PARTE PRIMA (orbita terrestre)
Punto 1: Determinazione dei giorni GG che intercorrono tra la data dei calcoli (ora, giorno, mese e anno) e la data a cui si riferiscono tutti i dati orbitali fondamentali dei pianeti.
Punto 2: Determinazione dei dati orbitali della Terra
che si riferiscono alla nuova data:
Punto 3: Calcolo della longitudine orbitale vera della
Terra:
Punto 4: Calcolo del raggio vettore r della
Terra (Dist. Terra-Sole in unità astronomiche):
Punto 5: Calcolo della declinazione del Sole:
Punto 6: Calcolo dell'ascensione retta del Sole:
Punto 7: Calcolo dell'equazione del tempo ET
:
Punto 8: Calcolo del Tempo Siderale TS:
PARTE SECONDA (orbite dei pianeti)
Punto 9: Determinazione dei dati orbitali del pianeta (v. punto 2):
Punto 10: Calcolo della longitudine orbitale vera del
pianeta (v. punto 3):
Punto 11: Calcolo del raggio vettore
r del pianeta (v. punto 4):
Punto 12: Calcolo della latitudine eclitticale eliocentrica
b del pianeta:
Punto 13: Calcolo della long. eclitticale eliocentrica
l del pianeta:
Punto 14: Calcolo delle coordinate cartesiane eclitticali
eliocentriche del pianeta:
Punto 15: Calcolo delle coordinate cartesiane eclitticali
eliocentriche della Terra:
Punto 16: Calcolo delle coordinate cartesiane eclitticali
geocentriche del pianeta:
Punto 17: Calcolo delle coordinate sferiche eclitticali
geocentriche del pianeta: l,
j,
r'
essendo:
x' = r' ·
cos(j) ·
cos(l)
y = r' ·
cos(j) ·
sen(l)
z = r' ·
sen(j)
si ricava:
Punto 18: Calcolo della declinazione
d del pianeta:
Punto 19: Calcolo dell'ascensione retta
a del pianeta:
--------------
(*) Nota al punto 17:
se x' > 0 e y' > 0, altrimenti:
se x' < 0 e y' > 0, l = 180°
- ABS(arctg(y' / x'))
se x' < 0 e y' < 0, l = 180°
+ ABS(arctg(y' / x'))
se x' > 0 e y' < 0, l = 360°
- ABS(arctg(y' / x'))
Il programma applica il metodo e i punti sopra elencati. In esso sono contenuti tutti i dati necessari per il calcolo. Per accedere al programma fare click qui.
Fine
© Copyright 1981-1997 by Enrico Barsanti
Prima edizione su Internet: 25 agosto 1997