Enrico Barsanti
AVVERTENZE:
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scientifici.
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scritto
Le radiazioni ionizzanti.
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PANORAMICA DEI PRINCIPALI STRUMENTI
Esistono molti strumenti di diversa concezione e fattura che sono in grado di rilevare e misurare la radioattività. I principi di funzionamento riguardano essenzialmente gli effetti che la radioattività provoca su alcune sostanze, come l'impressione di emulsioni fotografiche, l'eccitamento di sostanze luminescenti e la ionizzazione di gas, liquidi o cristalli al passaggio delle radiazioni. Gli scopi principali di questi strumenti sono:
tenere sotto controllo la dose accumulata da ciascun individuo;
rilevare e misurare i livelli di irradiazione o di contaminazione radioattiva nell'ambiente, nelle cose e negli individui;
tenere costantemente sotto controllo i livelli di irradiazione o di contaminazione nell'ambiente e nelle cose, con eventuale registrazione dei dati rilevati;
dare informazioni particolareggiate sul tipo di sorgente radioattiva.
DOSIMETRI
Sono gli strumenti adatti a tenere sotto controllo, per un'intera giornata, per settimane o per mesi, la dose accumulata dagli individui che lavorano in ambienti esposti alle radiazioni.
Dosimetri fotografici. Si tratta di rilevatori che vengono indossati come piastrine o come bracciali, per essere portati dove sono presenti sostanze radioattive o apparecchi per l'emissione di raggi X. Ad esempio ne fanno comune uso i radiologi. Essi si basano sull'impressione di un'emulsione fotografica sottoposta ad irradiazione, poiché le emulsioni fotografiche si anneriscono in modo proporzionale alla dose assorbita.
Dosimetri elettrostatici. Sono camere di ionizzazione molto piccole che vengono portate nel taschino come comuni penne stilografiche, di cui hanno la forma. Basano il loro funzionamento sugli effetti della ionizzazione di un gas (condensatori ad aria). Alcuni di questi dosimetri si leggono direttamente attraverso un indice ingrandito con un sistema di lenti; altri si leggono utilizzando un apposito strumento esterno.
CONTATORI
Sono gli strumenti adatti a rilevare e a misurare la radioattività nell'ambiente, nelle cose e nelle persone. I contatori sono sostanzialmente di due tipi: a scintillazione e a ionizzazione. Quelli a scintillazione funzionano sul principio della luminiscenza prodotta dalle radiazioni che urtano contro determinati composti minerali. Quelli a ionizzazione funzionano sul principio della maggiore conducibilità elettrica di un gas quando viene ionizzato al passaggio delle radiazioni.
CONTATORE A SCINTILLAZIONE. Si tratta di uno strumento la cui invenzione risale agli inizi del 1900 e che si basa sul principio che le particelle alfa producono scintille quando colpiscono alcuni composti minerali come, per esempio, il solfuro di zinco. A ogni scintillazione, osservabile con un microscopio (cioè un sistema di lenti all'interno del contatore stesso), corrisponde l'urto di una particella sul composto. Utilizzando altri materiali fluorescenti può rilevare anche le radiazioni beta e gamma. Il contatore a scintillazione è oggi normalmente costituito da un tubo fotomoltiplicatore che converte le scintillazioni in impulsi elettrici, facilmente amplificabili e visibili con semplici voltmetri. Questo strumento è molto sensibile e può rilevare qualsiasi tipo di radiazione. Oltre a permettere il conteggio, può misurare l'energia delle particelle. Si tratta dunque di uno strumento abbastanza completo, pratico e robusto; sicuramente molto utile anche per scopi pratici.
CONTATORE A IONIZZAZIONE. Si basa sul principio che le radiazioni ionizzanti provocano una maggiore conducibilità elettrica nei gas da loro attraversati. È composto da un cilindro conduttore al cui interno vi è un gas e un elettrodo isolato dal resto dell'involucro. Tra il cilindro e l'elettrodo è applicata una differenza di potenziale. Quando una radiazione ionizzante attraversa il cilindro, il gas si ionizza e gli ioni che si generano, col conseguente rilascio di elettroni, procurano il passaggio della corrente elettrica nel gas, alterando la differenza di potenziale esistente, che diviene rilevabile con un voltmetro o con un sistema acustico o visivo. A seconda della differenza di potenziale applicata tra il cilindro e l'elettrodo si ha un diverso tipo di comportamento degli elettroni che si liberano al passaggio delle radiazioni ionizzanti e quindi un diverso modo di rilevamento della differenza di potenziale applicata. Se la differenza di potenziale applicata è dell'ordine di poche decine di Volt, si ha la cosiddetta camera a ionizzazione, se è dell'ordine di qualche centinaia di Volt si ha il contatore proporzionale, se è dell'ordine di circa 1000 Volt si ha il contatore geiger. I tre tipi di contatori a ionizzazione hanno funzionamenti e usi differenti.
Contatore a camera di ionizzazione. Questo tipo di contatore permette, attraverso discriminatori a un canale o multicanali, di distinguere i diversi tipi di radiazioni in base alla maggiore o minore ionizzazione che esse provocano, e quindi in base alla maggiore o minore altezza dell'impulso elettrico che si rileva con il suo strumento di lettura. Quest'altezza è proporzionale all'energia della radiazione. In base alla forma e alla disposizione degli elettrodi si hanno due tipi principali di camera a ionizzazione: a piatti paralleli e a elettrodi cilindrici coassiali. Nelle camere per particelle alfa, la sorgente radioattiva va posta all'interno del rilevatore, per la poca penetrabilità delle particelle alfa, mentre in quelle per particelle beta o raggi gamma la sorgente è esterna.
Contatore proporzionale. In questo contatore, per la maggiore differenza di potenziale utilizzata rispetto alla camera di ionizzazione, gli elettroni prodotti per ionizzazione, quando giungono nei pressi del catodo, si ionizzano a loro volta, moltiplicandosi. Poiché il segnale elettrico che si ottiene è proporzionale alla ionizzazione prodotta dalla radiazione, l'uso di questo contatore permette, oltre al conteggio delle radiazioni, anche la loro distinzione e la determinazione dell'energia delle radiazioni non bene individuabili con la camera a ionizzazione; in particolare è un ottimo analizzatore di particelle beta.
Contatore Geiger (o Geiger-Müller, del 1928). In questo strumento
la differenza di potenziale applicata agli elettrodi è piuttosto elevata
(generalmente oltre gli 800 volt), comunque superiore a quella utilizzata
per il contatore proporzionale, del quale peraltro mantiene lo schema
costruttivo. Per la maggiore tensione utilizzata, la caratteristica di questo
strumento è che l'impulso elettrico rilevato al passaggio di una
radiazione ionizzante è indipendente dalla ionizzazione prodotta.
Ciò impedisce di distinguere direttamente il tipo di radiazione e
di misurarne l'energia. Per questa sua caratteristica è però
il più utile nel conteggio di particelle beta e raggi gamma, anche
perché non presenta problemi di schermatura e isolamento come per
gli altri contatori a ionizzazione. Ovviamente anche questo strumento potrebbe
rilevare e contare le particelle alfa, ma necessiterebbe in tal caso di un
tubo con pareti, ad esempio di vetro, molto sottili, in modo da permettere
alle particelle di arrivarvi all'interno; condizione questa che mal si addice
con la pressione del gas utilizzato, che è inferiore a quella atmosferica
di ca. dieci volte.
I contatori possono presentarsi sotto diverse tipologie costruttive a seconda della loro utilizzazione. In particolare meritano di essere menzionati i seguenti:
Monitori mani-piedi. Sono apparecchi che contengono in un unico strumento diversi rilevatori in modo da esaminare in un'unica volta l'intero corpo di una persona. È sufficiente montare su una pedana e appoggiare entrambe le mani su degli appositi ripiani. In pochi secondi lo strumento darà i valori particolareggiati delle varie parti del corpo. Il principio di funzionamento dei vari rilevatori utilizzati è quello dei contatori geiger, dei contatori proporzionali e dei contatori a scintillazione.
Strumenti per la sorveglianza degli ambienti. Sono apparecchi, fissi o portatili, il cui scopo è di monitorare in continuazione l'aria e le cose dell'ambiente nel quale sono collocati, misurando il livello di radioattività ed eventualmente avvisando se il livello supera una soglia prestabilita. Il principio di funzionamento è, per lo più, quello delle camere di ionizzazione e dei contatori geiger. Quelli fissi possono avere più di un rilevatore e sono muniti di un allarme sonoro e visivo, nonché di un collegamento con un'unità di registrazione dei dati rilevati. Quelli portatili hanno in genere un solo rilevatore, ma possono anch'essi avere un allarme sonoro e visivo ed essere collegati con unità di registrazione.
Foto di un contatore a camera di ionizzazione
CARATTERISTICHE DEI CONTATORI GEIGER
Tra tutti gli strumenti, il più comune e il più adatto per misurazioni "casalinghe", in grado di rilevare a basso costo l'eventuale danno che le radiazioni ionizzanti possono provocare sugli organismi, è senz'altro il contatore geiger. Inoltre, poiché quello che interessa conoscere, ai fini dei danni sugli organismi, è la ionizzazione prodotta da una sostanza irradiata, l'unità di misura da prendere principalmente in considerazione è il röntgen (R), cioè l'unità di misura propria dei contatori geiger. Per questi, e per altri motivi pratici, tale strumento sarà scelto per le nostre misurazioni e merita una trattazione più approfondita.
Pregi e difetti del contatore geiger
Questo strumento ha molti pregi e pochi difetti. Tra i pregi rientra la
semplicità d'uso, il basso costo d'acquisto e di utilizzo, la
rapidità delle misurazioni, la precisione, l'affidabilità e
la durata nel tempo. Tra i difetti vi è l'impossibilità di
determinare l'energia delle radiazioni misurate e di rilevare, generalmente,
le particelle alfa. Queste particelle, però, anche se hanno una grande
energia, sono praticamente innocue, perché non possono penetrare oltre
l'epidermide; inoltre, quando una sorgente radioattiva emette particelle
alfa (o beta), emette anche radiazioni gamma, che rappresentano, si può
dire, la compensazione fisica dell'emissione di particelle. Di conseguenza,
le sorgenti di raggi alfa sono rilevate indirettamente attraverso il rilevamento
dei raggi gamma. Conoscere poi l'energia delle radiazioni rilevate non è
importante per salvaguardare la nostra salute. Non sono le radiazioni in
se stesse a nuocerci, ma la ionizzazione da loro prodotta, e questa viene
rilevata dal contatore geiger in tutta la sua consistenza.
Generalmente i contatori geiger sono meno precisi di quelli a scintillazione
per quanto riguarda il rilevamento e la misurazione di bassi livelli di
radiazione, ma se utilizzati con accortezza e per un periodo di tempo
sufficientemente lungo possono dare risultati estremamente precisi. Quelli
a scintillazione, del resto, sono molto delicati, sensibili alla luce e più
costosi.
Il contatore geiger è dunque lo strumento da utilizzare per i nostri scopi.
Le informazioni sui contatori geiger
I contatori geiger sono divenuti popolari ai tempi degli esperimenti nucleari
negli anni Cinquanta e Sessanta, ma mai come dopo il disastro nucleare di
Chernobyl, nel 1986, questi apparecchi si sono diffusi tra la popolazione.
In Unione Sovietica vennero prodotti molti tipi tascabili, alcuni dei quali
computerizzati, e in Italia sono stati venduti perfino in scatola di montaggio.
Nonostante questa diffusione, però, sono ancora poche le persone che
posseggono un contatore geiger e ancora meno quelle che lo sanno usare
adeguatamente. Manca infatti una letteratura divulgativa al riguardo. La
rivista mensile "Nuova elettronica" ha sviluppato nel tempo numerosi progetti
di contatori geiger, dando non solo tutte le indicazioni per realizzarli,
e fornendo a richiesta i materiali, ma spiegando anche i principi di
funzionamento e le istruzioni d'uso. Purtroppo però questi progetti
non sono riusciti a informare adeguatamente il pubblico, lasciando spesso
il lettore nel dubbio, nell'incertezza e nella confusione mentale.
Come è fatto un contatore geiger
Un contatore geiger è costituito da un tubo contenente un gas a bassa
pressione (per esempio, una miscela di argon e vapore di alcool alla pressione
di 0,1 atm). Lungo l'asse del tubo è teso un filo metallico, isolato
dal tubo stesso. Tra il filo e il tubo si stabilisce una differenza di potenziale
(di solito 1000 volt), attraverso una resistenza dell'ordine di un miliardo
di ohm. Il circuito di lettura è costituito da un transistor
amplificatore, accoppiato, mediante una resistenza e un condensatore, con
il contatore. Tale circuito è munito di una cuffia e/o di un numeratore
(strumento di lettura analogico o digitale).
Dove si acquistano i contatori geiger
Acquistare dei contatori geiger non è difficile; basta rivolgersi
a un negozio di materiale elettronico e ordinare lo strumento che riteniamo
più adatto per i nostri scopi (difficilmente il negoziante avrà
disponibile un contatore geiger da mostrare).
I criteri di cui bisogna tener conto nella scelta
gamma e beta + gamma.
Per prima cosa bisogna che il nostro contatore geiger abbia la possibilità
di rilevare sia le particelle beta che i raggi gamma. Se teniamo alla nostra
salute, è necessario poter rilevare anche le particelle beta. Generalmente
un buon contatore geiger ha il tubo rilevatore fatto di materiale attraversabile
dalle particelle beta. Tale tubo deve essere però collocato all'interno
di un involucro impermeabile a dette particelle. In questo modo, con una
finestra apribile e chiudibile con un metallo in grado di non far passare
le particelle beta, lo strumento potrà rilevare sia tutte le radiazioni
fino al grado di penetrazione delle particelle beta (finestra aperta), sia
solo le radiazioni con grado di penetrazione uguale o superiore ai raggi
x e gamma (finestra chiusa).
Le dimensioni del tubo geiger.
Le dimensioni del tubo geiger sono molto importanti perché più
il tubo è grande, più lo strumento ha possibilità di
ricevere radiazioni ionizzanti, e con maggiore costanza. Se le dimensioni
sono più piccole di quelle di una pila ministilo, vuol dire che il
tubo è adatto per misurare livelli molto alti di radioattività
e, quindi, non fa al nostro caso. Se le dimensioni sono quelle di una pila
stilo o superiori, merita di essere preso in considerazione. I contatori
geiger più buoni hanno comunque la possibilità di sostituire
il tubo geiger per adattare lo strumento ai livelli di radiazioni che si
devono misurare.
Il sistema di lettura delle radiazioni.
Un buon contatore geiger deve dare la possibilità di ascoltare con
un altoparlantino, o in cuffia, la frequenza delle scariche rilevate. Gradito
è però anche un voltmetro, analogico o digitale, che esprima
con un valore numerico la dose di irradiazione nell'unità di tempo
prestabilita. Ci sono strumenti che danno una lettura istantanea nell'arco
di due secondi, ma con la possibilità di una lettura più accurata
nell'arco di 20 o di 200 secondi. Il sistema però più appropriato
per misurazioni precise è quello di poter fare contare lo strumento
per un tempo prestabilito a scelta dell'utilizzatore. In questo modo si possono
fare misurazioni brevi di sorgenti molto radioattive, e misurazioni lunghe
di sorgenti poco radioattive. Le misurazioni lunghe sono poi indispensabili
per tenere sotto controllo la cosiddetta "radioattività naturale",
in gran parte costituita dai raggi cosmici.
Le dimensioni dell'intero strumento.
Anche le dimensioni dell'intero strumento sono molto importanti, per la sua
trasportabilità. Un contatore sensibile, con la possibilità
di sostituire i tubi geiger, non può avere dimensioni microscopiche.
È consigliabile, quindi, l'acquisto di due strumenti: uno piccolo,
da taschino, ed economico, da portare sempre con noi per compiere misure
indicative, e uno "grande", più costoso, per misure precise, da tenere
in casa o da portare fuori con un certo impegno.
ALCUNI MODELLI DI CONTATORI GEIGER
È possibile che il lettore, prima di acquistare un contatore geiger, voglia essere informato di quelle che sono le caratteristiche di alcuni di questi strumenti, oppure, avendone acquistato uno, voglia conoscerlo meglio e confrontarlo con altri esistenti.
CONTATORE GEIGER Frieseke & Hoepfner modello FH 40 T
Si tratta di uno strumento tedesco (ex RFT) degli anni Sessanta e Settanta, oggi acquistabile intorno alle 200 - 250 mila lire dai rivenditori di materiale surplus. A parte l'elettronica ormai superata, è uno strumento sempre valido e comodo da usarsi, molto robusto, versatile e affidabile. Registra una media di 8 impulsi al minuto (con tubo FHZ76V) o di 1,3 impulsi al minuto (con tubo FHZ74V). Altri tubi più sensibili sono reperibili.
CONTENUTO DELLA VALIGETTA (di legno)
Il contatore geiger FH 40 T.
La custodia di cuoio del contatore geiger, con tracolla e tasca per
l'auricolare.
La sonda.
La custodia di cuoio della sonda.
2 tubi Geiger per bassa dose FHZ 76.
1 tubo Geiger per alta dose FHZ 74.
L'auricolare.
2+1 batterie tipo B5GNK 0,225 VG95230.
L'adattatore per la batteria inserita.
La pinza per unione sonda-bastone.
Il manuale (in tedesco).
Il contenuto della valigetta
CARATTERISTICHE
Portata delle scale (con tubo FHZ 76):
0... 1 R/h
0... 25 mR/h
0... 0,5 mR/h
0... 10000 Impulsi/minuto (beta + gamma)
0... 320 Impulsi/minuto (beta + gamma)
0... 50 R/h (con tubo FHZ 74)
Effetto nullo (senza schermo di Pb):
5...12 Impulsi/minuto (FHZ 76)
0... 5 Impulsi/minuto (FHZ 74)
Finestra entrata raggi:
densità gamma ca.650 mg/cmq (con schermo)
densità beta+gamma ca. 40 mg/cmq (senza schermo)
Alimentazione: 4V (4,0...7,6 Volt) con negativo a massa
Batteria: al Ni-Cd da 6V/225mA/h
Consumo dichiarato: 24 mA (misurato: 20mA, 75mA con illuminazione scala)
Autonomia: ca. 10 ore
Temperatura di funzionamento: -40°C/+50°C
Temperatura di stoccaggio: -40°C/+50°C
Peso: ca. 1000 g (con batteria)
CONSERVAZIONE
L'apparecchio si conserva dentro la scatola, nella propria custodia di cuoio,
con inserito uno dei due tubi FHZ 76 e l'adattatore per la batteria (ma senza
la batteria).
Una volta l'anno vanno caricate le batterie e rigenerato il raccoglitore interno di umidità. Comunque è bene utilizzare l'apparecchio più di una volta l'anno, in modo da non perdere la confidenza con il suo uso e anche per avere la certezza che funzionerà quando ne avremo bisogno.
PRELIMINARI - da compiersi ad apparecchio spento
(AUS)
Inserire la batteria col Positivo verso l'interno.
Eventualmente cambiare il tubo già inserito nell'apparecchio oppure
inserire la sonda.
Girare il commutatore di scala in senso orario di uno scatto se è
inserito il tubo FHZ 76 o la sonda; in senso antiorario di uno scatto se
è inserito il tubo FHZ 74.
Regolare la tensione della batteria con la manopola apposita, finché la lancetta dello strumento non sia sul segno di destra (se non vi arriva, la batteria è scarica).
FUNZIONAMENTO (dopo i preliminari)
Mettere l'auricolare (che è contenuto nella parte bassa della custodia
di cuoio del contatore geiger).
Girare il commutatore per scegliere la scala di misurazione.
Se si usa la sonda e si vogliono misurare anche i raggi beta, girare la schermatura cromata su di essa.
NOTE
Radiazioni deboli
Un'attività relativamente debole non permette di rilevare alcun impulso
costante, ma una serie irregolare di battiti alti e bassi. In questo caso
si ottiene una giusta misurazione attraverso il valore medio tra la media
dei battiti minimi e la media dei battiti massimi. Utilizzando però
l'uscita dell'auricolare, e collegandovi un numeratore, è possibile
compiere misurazioni lunghe a piacere che permettono una valutazione esatta
anche del fondo naturale di radiazioni.
Raggi beta
Se si vuole ricavare l'intensità dei raggi beta da una sorgente
sconosciuta o mista (beta + gamma), vanno confrontati i valori letti sulla
scala dei soli raggi gamma con quelli letti sulla scala corrispondente dei
raggi beta + gamma. La comparazione si effettua osservando le differenze
angolari di spostamento della lancetta in entrambe le misurazioni.
Le seguenti scale possono essere comparate tra loro:
0 ... 0,5 mR/h con 0 ... 320 Imp/min
0 ... 25 mR/h con 0 ... 10000 Imp/min
Prima si misurano solo i raggi gamma, poi quelli beta + gamma.
Cambio del tubo
Prima di ogni cambio del tubo, spengere l'apparecchio.
Applicazione del tubo FHZ 74 (ad alta dose)
Se viene inserito nell'apparecchio il tubo FHZ 74, il commutatore di scala
deve essere girato (da AUS) solo in senso antiorario. La prima
commutazione mostra la scala della batteria, la seconda la scala di valori
0 ... 50 R/h (solo per raggi gamma).
Sonda
L'inserimento della sonda va fatto ad apparecchio spento.
Utilizzo della sonda col tubo a bassa dose FHZ
76
Dopo aver levato il tubo dalla camera del misuratore FH 40 T, la schermatura
dei raggi d'entrata tramite la scelta della scala non ha più significato,
per cui la sonda viene provvista di una propria schermatura, la quale, a
seconda che si misurino i raggi gamma oppure i raggi beta + gamma, deve essere
manualmente girata per chiudere o aprire la finestrina.
Con il tubo per dosi alte FHZ 74 nella sonda, non si può adoperare
la scala 0 ... 50 R/h.
[Un modo comodo di utilizzare la sonda è di fissarla all'estremità
di un bastone tramite la pinza in dotazione. Poiché la sonda può
sporcarsi, è bene coprirla con un sacchetto di cellofan].
Prova di corretto funzionamento
Uno speciale accessorio (emettitore di radiazioni) va applicato in un apposito
posto dell'apparecchio vicino al tubo geiger. Usando il tubo FHZ 76 e la
scala 0 ... 25 mR/h, lo strumento deve indicare un valore di 5 mR/h (+/-15%,
circa 6 mm).
Poiché, però, l'emettitore di radiazioni non viene consegnato
insieme all'apparecchio, per ovvi motivi di sicurezza, il buon funzionamento
si può rilevare anche con l'effetto nullo, utilizzando la scala 0
... 0,5 mR/h o la scala 0 ... 320 Imp/min. Utilizzando il tubo FHZ 76, la
media degli impulsi al minuto deve essere circa 8, per una misurazione di
almeno dieci minuti.
Batteria
Il cambio della batteria si effettua ad apparecchio spento.
La parte negativa della batteria deve stare verso l'avvitatore.
Se la batteria viene inserita male, non si ha contatto.
Ricaricare nuovamente le batterie che sono state caricate l'ultima volta
da più di un anno.
Pulizia
Pulire l'esterno dell'apparecchio di tanto in tanto (con acqua, più
eventualmente un detergente non granuloso o abrasivo).
Misure di sicurezza
L'accessorio per la taratura (sorgente Cs), nel caso dovesse essere consegnato
insieme all'apparecchio, va subito riposto dopo l'uso perché emette
radiazioni. In modo particolare non deve essere
portato addosso o lasciato incustodito.
Raccoglitore di umidità
Estrarre il raccoglitore di umidità dopo aver svitato le quattro viti
che stringono lo sportellino posteriore dell'apparecchio. Quando il raccoglitore
è scarico assume un colore arancione, quando è carico è
di colore blu. A cose normali diventa arancione dopo un anno di funzionamento
dell'apparecchio, e va rigenerato.
Il raccoglitore di umidità si rigenera mettendolo in un forno a 100
gradi per circa un'ora. Dopo questo trattamento ritorna blu e deve essere
rimesso subito al suo posto.
Nel caso che all'interno dell'apparecchio ci sia molta umidità, togliere
la batteria e il tubo geiger e asciugare l'apparecchio con un phon. Attenzione
però: con temperature superiori a 50 gradi si possono danneggiare
le parti elettriche; tenere quindi il phon distante.
Nel riposizionare lo sportellino posteriore fare attenzione alla guarnizione
di tenuta.
ACCESSORI OPZIONALI
Tubo FHZ 72 (da immergere direttamente nei liquidi)
Tubo FHZ 73 (con bicchierino per i liquidi)
PICCOLO CONTATORE GEIGER DI NUOVA ELETTRONICA (agosto 1987)
La rivista Nuova Elettronica ha realizzato e pubblicato negli ultimi anni alcuni progetti di contatori geiger, fornendo a un prezzo onesto tutti i componenti e le istruzioni per la realizzazione concreta degli strumenti. Il più diffuso di questi contatori geiger è uno strumento di colore nero e dimensioni contenute, contrassegnato dalla sigla LX.788 e venduto nel 1987 a lire centomila (in scatola di montaggio). L'articolo introduttivo ed esplicativo per la costruzione e l'uso dello strumento (Nuova Elettronica, Anno 19 - n. 116) contiene, però, alcune imprecisioni concettuali che possono generare confusione o incertezza tra i neofiti. Soprattutto, si confondono i radioisotopi con le radiazioni ionizzanti (un po' come confondere le lampadine con la luce che emettono); inoltre si confonde il valore numerico dei röntgen (R) con quello dei rem (cioè si confonde la dose di esposizione con l'equivalente di dose e, quindi in definitiva, con la dose assorbita). Ne segue che gli esempi concettuali fatti non sono sempre appropriati. Nonostante queste imprecisioni concettuali, del resto non rilevanti sul piano pratico, alla rivista va il merito di aver svolto una funzione di grande utilità sociale.
Lo strumento mostra, sul frontale, dieci Led: uno isolato e nove in colonna. Per usare lo strumento, occorre inserire nell'apposito scomparto una batteria a 9 volt e accendere l'interruttore che si trova sul lato destro. Il Led isolato lampeggia e indica lo stato di funzionamento. L'accensione di uno dei nove Led in colonna (4 verdi e 5 rossi) indica il valore di esposizione misurato in mR/h, da 0,01 mR/h a 0,07 mR/h. L'accensione del quinto Led (il primo dei rossi) indica il livello di guardia e viene segnalato con un suono. Il piccolo tubo geiger utilizzato misura una media di 180 impulsi all'ora per dosi di esposizione pari a 0,016 mR/h (effetto nullo) e si trova vicino al lato alto, disposto parallelamente a questo lato. Ogni lettura dura circa venti secondi, dopo i quali il contatore si azzera per ricominciare a contare. Per ogni radiazione rilevata nei venti secondi della misurazione, si accende un Led, a partire da quello basso. A cose normali, in tale periodo di tempo, dovrebbe accendersi solo un Led verde, ma, data la scarsa sensibilità del tubo, in pratica non dovrà accendersi nessun Led oltre il terzo. Se però dovesse accendersi un Led oltre il terzo, è bene ripetere la misurazione altre volte, per non allarmarsi inutilmente. Solo se il fenomeno dovesse ripetersi con frequenza nelle misurazioni successive, avremmo la certezza di aver rilevato un'irradiazione superiore al normale. Purtroppo le incertezze delle misurazioni con irradiazioni deboli dipendono dalle minuscole dimensioni del tubo geiger e dal tempo breve di misurazione, che rendono questo strumento poco adatto ai nostri scopi. Inoltre, il sistema di lettura non permette neppure di valutare adeguatamente dosi consistenti di irradiazione, per le quali le piccole dimensioni del tubo sarebbero più adatte. Lo strumento, comunque, può essere utile per misurazioni d'emergenza e approssimative fuori dalla nostra abitazione, considerando anche la facilità con cui lo strumento può essere portato in tasca o in borsa.
Si tratta pertanto di uno strumento poco adatto sia per misurare valori bassi di irradiazione che per valori alti. Necessiterebbe di un vero e proprio contatore esterno per rilevare quantità minime di radioattività. In tal caso sarebbe possibile aumentare a piacere il tempo di misurazione. Ad esempio, con una misurazione di un'ora gli impulsi contati (effetto nullo) non dovrebbero mai essere troppo distanti da 180. Il collegamento con un contatore esterno non è però previsto e per realizzarlo occorre un tecnico che intervenga sul circuito elettronico.
PANORAMICA RAPIDA DI CONTATORI GEIGER (ex) SOVIETICI
La rilevante produzione e diffusione di contatori geiger nel territorio della
ex Unione Sovietica è dovuta principalmente al disastro nucleare di
Chernobyl. In Italia ne sono arrivati tantissimi, per la quasi totalità
portati dai cittadini polacchi e venduti per poche migliaia di lire. Un sistema
di vendita che ha fatto molto discutere, ma che rientrava in un vasto programma
di aiuti verso la Polonia e i Paesi dell'Est in genere. Oggetti non reperibili
in Italia dati in cambio di un piccolo aiuto economico.
PKC-20.03 (PRIPIATS)
Strumento di lettura: digitale, a cristalli liquidi
Sonoro: sì, escludibile
Numero tubi geiger: 2, tipo SBM20 9011 o equivalenti
Impulsi al minuto nell'effetto nullo: 48
Finestra per soli gamma o beta+gamma: sì
Misurazioni possibili:
Dose di esposizione in mR/h (valori normali indicati dal display: intorno
a 0,016)
Equivalente di dose in microSv/h (valori normali indicati dal display: intorno
a 0,16)
Densità del flusso di particelle su cmq al minuto (valori normali
indicati dal display: intorno a 8)
Attività specifica in Ci/Kg (valori normali indicati dal display:
intorno a 400x10-9)
Commutatore di scala: sì
Commutatore dei tempi: sì (20 e 200 secondi, 10 e 100 minuti per l'attività specifica)
Presa per interfacciamento: no
Presa di alimentazione esterna: sì
Alimentazione: 9 V, con batteria "transistor"
Indicazione tensione della batteria di alimentazione: sì
Difetti: in alcuni di questi strumenti il voltmetro a cristalli liquidi si annerisce dopo poco tempo.
USO NORMALE
Valori in mR/h misurati con medie di 200 secondi:
Commutatore alto centrale su "gamma"
Commutatore alto destro su "X"
Commutatore basso a sinistra (tempo) su 200 secondi
Commutatore basso a destra (scala) su 2.000 per valori bassi, su 20.00 per
valori alti
Si tratta di uno strumento molto versatile, con cui è possibile compiere misurazioni sia istantanee che accurate. Dispone di due tubi geiger in parallelo di dimensioni abbastanza grandi e di una finestra per i raggi beta. Dispone inoltre di numerose scale e tipi di lettura, non solo per la dose di esposizione, ma anche (con equiparazioni un po' forzate) per quella assorbita e per l'attività specifica.
AHPN-01-02 (COCHA)
Strumento di lettura: digitale, a cristalli liquidi
Sonoro: no, solo avviso a fine lettura
Numero tubi geiger: 2 o 4, tipo SBM20 9011 o equivalenti
Impulsi al minuto nell'effetto nullo: 48 o 96
Finestra per soli gamma o beta+gamma: sì
Misurazioni possibili:
Dose di esposizione in mR/h
Densità del flusso di particelle su cmq al minuto
Commutatore di scala: no
Commutatore dei tempi: sì (per 20 secondi e indefinitamente)
Presa per interfacciamento: sì
Alimentazione: 9 V, con batteria "transistor"
Presa di alimentazione esterna: no
Indicazione tensione della batteria di alimentazione: no
Difetti: possibili ai cristalli liquidi dello strumento di lettura.
Interruttore di destra > Acceso/Spento
Interruttore di sinistra:
a sinistra conta per 20"
a destra conta indefinitamente con un suono ogni 10 scatti
Pulsante sinistro: test strumento
Pulsante destro: avvio/stop/azzera
In altri esemplari:
Pulsante sinistro: test strumento
Pulsante centrale: avvio/azzera
Pulsante destro: stop
USO (per misure veloci):
Interruttore di sinistra a sinistra
Accendere con interruttore di destra
Premere pulsante di avvio
Dopo 20 secondi valore in mR/h
USO (per misure accurate):
Interruttore di sinistra a destra
Accendere con interruttore di destra
Premere pulsante di avvio e insieme avviare un cronometro (via)
Premere pulsante di destra e fermare cronometro (stop)
mR/h=Impulsi/Secondi/50
Esempio di misurazione accurata (tempo in secondi, valore in mR/h):
impulsi rilevati dal display: 453
durata della misurazione: 15'33" (933 secondi)
valore in mR/h = 453/933/50 = 0.0097
TEST STRUMENTO
Interruttore di sinistra a sinistra
Accendere con interruttore di destra
Premere e tenere premuto pulsante sinistro
Premere pulsante di avvio
Dopo 20 secondi si ferma al numero 1024
NOTA:
-Il numero di impulsi dopo 20 secondi corrisponde al numero doppio di particelle al minuto su una superficie di 1 cmq.
Anche questo strumento dispone di due tubi geiger in parallelo di grandi dimensioni. Alcune versioni ne hanno addirittura quattro. Ciò rende lo strumento molto sensibile e adatto a misurazioni veloci. La sua caratteristica più importante, però, è quella di permettere di compiere misurazioni nel tempo lunghe a piacere e, quindi, di rilevare variazioni anche piccolissime delle radiazioni naturali di fondo. Ovviamente il valore numerico ottenuto dopo le misurazioni deve essere rapportato al tempo, come indicato sopra, nell'uso per misure accurate.
MASTER 1
Strumento di lettura: digitale, a cristalli liquidi
Sonoro: no
Numero tubi geiger: 1
Finestra per soli gamma o beta+gamma: no, legge solo radiazioni gamma
Misurazioni possibili:
Equivalente di dose in microSv/h
Commutatore di scala: no
Commutatore dei tempi: no
Presa per interfacciamento: no
Alimentazione: 6 V, con 4 pile a bottone
Presa di alimentazione esterna: no
Indicazione tensione della batteria di alimentazione: no
Difetti: non riscontrati.
USO:
Accendere con interruttore in alto a destra
Premere pulsante
Dopo 36" dà il valore in microSv/h (il valore in micro sievert è equivalente a quello in millirem se diviso per 10).
Es: 0.12 microSv/h = 0.012 millirem/h.
Posizione del tubo: in alto a sinistra
Si tratta di uno strumento di dimensioni molto ridotte (misura infatti solo 12 x 4 x 1,5 cm) con un tubo geiger abbastanza grande per rilevamenti minimi di dose e un display a cristalli liquidi con indicazioni numeriche. Veramente comodo, da portare anche in un taschino, e affidabile.
PKCb 104
Strumento di lettura: digitale, a cristalli liquidi
Sonoro: no, solo avviso a fine lettura
Numero tubi geiger: 2, tipo SBM20 9011 o equivalenti
Impulsi al minuto nell'effetto nullo: 43
Finestra per soli gamma o beta+gamma: sì
Misurazioni possibili:
Dose di esposizione in mR/h
Equivalente di dose in microSv/h
Densità del flusso di particelle su cmq al minuto
Attività specifica in Bq/Kg
Commutatore di scala: no
Commutatore dei tempi: sì (18 e 180 secondi, 28 e 280 secondi, 40 e 400 secondi)
Presa per interfacciamento: sì
Alimentazione: 9 V, con batteria "transistor"
Presa di alimentazione esterna: no
Indicazione tensione della batteria di alimentazione: no
Difetti: possibili ai cristalli liquidi dello strumento di lettura.
Interruttore nero: acceso/spento
Interruttore di sinistra: in alto per dosi relativamente alte / in basso per dosi basse
Interruttore di destra: in alto suona (ma solo per avviso di fine lettura) / in basso non suona
Switch posteriori (a partire dall'alto, cioè dall'interruttore 8):
00111111 o 00111010 per valori in microSv/h o in mR/h (la prima è
la posizione normale)
01010110 per la densità del flusso di particelle
10011010 per l'attività specifica.
USO (per misure veloci):
Interruttore di sinistra in alto
Interruttore di destra in alto (avvisa)
Accendere con interruttore nero
Dopo la misura, leggere il numero del display.
Valore in mR/h: numero letto / 1000 (mille)
USO (per misure accurate):
Interruttore di sinistra in basso
Interruttore di destra in alto (avvisa)
Accendere con interruttore nero
Dopo la misura, leggere il numero del display
Valore in mR/h: numero letto / 10000 (diecimila)
COME SI USANO I CONTATORI GEIGER
Principi generali da tenere presenti:
-Le radiazioni ionizzanti possono essere altamente pericolose se producono
elevata ionizzazione nei corpi o se la ionizzazione, pur bassa, dura a lungo
nel tempo.
-Le radiazioni ionizzanti diminuiscono considerevolmente i loro effetti dannosi
allontanando la sorgente radioattiva o frapponendo oggetti assorbenti tra
la sorgente e i corpi irradiati.
-Le radiazioni ionizzanti non sono pericolose in se stesse, ma per la
ionizzazione che esse producono nella materia. Importante, dunque, non è
tanto conoscere l'energia di tali radiazioni, ma piuttosto i suoi effetti,
cioè l'entità della ionizzazione da esse prodotta.
-Il contatore geiger è uno strumento in grado di rilevare e misurare
molto bene proprio la ionizzazione prodotta dalle radiazioni.
Stabilire gli impulsi di un contatore geiger in presenza
delle sole radiazioni di fondo.
Tutti i contatoti geiger, anche i più semplici, sono in grado di rilevare
il passaggio di una radiazione ionizzante per mezzo di una scarica elettrica,
che può essere amplificata e "ascoltata" in cuffia o con un altoparlante,
oppure può essere "vista" tramite l'accensione di Led o lo spostamento
di un indice. In ogni caso, chiamiamo "impulsi" le scariche elettriche dovute
al passaggio delle radiazioni, indipendentemente dal sistema utilizzato per
registrarle.
Poiché anche in condizioni normali sono sempre presenti delle radiazioni
(il fondo naturale di radiazioni), il primo problema da risolvere per utilizzare
un contatore geiger consiste nello stabilire quanti impulsi rilevati con
quel contatore (più esattamente con il tubo geiger usato dal contatore)
corrispondano al livello medio delle radiazioni di fondo della zona dove
si compiono le misure. Per fare ciò occorre effettuare alcune misurazioni
della durata di qualche minuto (ad esempio dieci minuti sono sufficientemente
indicativi per la maggior parte dei tubi geiger) e contare quanti impulsi
si sono avuti in quell'arco di tempo. Dividendo il numero degli impulsi per
i minuti, si ottiene la media degli impulsi al minuto. Ripetendo più
volte (in luoghi diversi e a distanza di tempo) misurazioni di questo tipo,
si fa presto ad avere un'idea chiara di quanti impulsi deve misurare il nostro
contatore geiger in condizioni normali di radiazioni.
Se nella zona dove compiamo le misure non ci sono fonti locali di radiazioni,
la quasi totalità delle radiazioni di fondo misurate saranno dovute
ai raggi cosmici. Poiché al livello del mare si ha una media di una
radiazione cosmica al minuto su una superficie di un centimetro quadrato,
gli impulsi di un tubo geiger possono essere determinati dalle dimensioni
del tubo stesso. I raggi cosmici possono diminuire o aumentare, entro certi
limiti, a seconda delle condizioni atmosferiche, dell'ora del giorno e della
notte e di altri fattori. Per questo motivo i valori misurati potrebbero
non essere gli stessi tra una lettura e l'altra; ma se il tempo di misurazione
è abbastanza lungo (almeno dieci minuti), i valori saranno comunque
vicini tra loro. Attraverso misurazioni successive si avrà modo di
capire il comportamento dei raggi cosmici, oltre quello del tubo geiger.
Come trasformare gli impulsi in mR/h.
Il secondo problema da risolvere consiste nel ricavare, dagli impulsi rilevati,
il valore della dose di esposizione in mR/h. Una volta che sono conosciuti
gli impulsi del tubo geiger per i valori di fondo, un metodo empirico, ma
efficace, per ricavare l'esposizione in mR/h consiste nel contare gli impulsi
al minuto rilevati in una misurazione e dividerli per 60. Il valore così
ottenuto va poi diviso per gli impulsi del tubo stabiliti per i valori di
fondo. Ad esempio, se utilizzando un tubo da 8 imp/min (nominali) si ottenesse
una misurazione media di 10 impulsi al minuto, l'esposizione misurata sarebbe
di 0,0208 mR/h (= 10/60/8). Questo sistema funziona solo per valori molto
bassi di esposizione, diciamo fino a dieci volte i valori di fondo, perché
per valori più alti gli impulsi tendono a confondersi e il tubo geiger
presenta dei "tempi morti" (della durata di qualche microsecondo) che
sfuggirebbero alla nostra lettura. Per forti dosi di esposizione, che peraltro
non presentano difficoltà di rilevamento come per le dosi deboli,
è necessario un display di lettura.
Il metodo empirico sopra descritto presuppone un valore normale di esposizione
pari a 0,0167 mR/h. Questo valore, però, può variare da zona
a zona e da abitazione ad abitazione. Ciò dipende dalla natura delle
rocce dei luoghi e dai materiali usati nelle costruzioni.
Stabilire dei valori assoluti non è facile e, forse, non è
possibile. Comunque non è neppure necessario. Indipendentemente dal
valore del fondo naturale, quello che conta davvero è rilevare le
variazioni quando si avvicina il nostro contatore alle sorgenti di radiazioni
oppure notare col passare del tempo variazioni nell'ambiente.
Esempio di tabella di rilevamento con collegamento
al computer del contatore geiger
(La tabella non è leggibile con vecchi browser)
MISURE DI RADIAZIONI IONIZZANTI - FILE 96425455.GEI
Giorno: 25-04-1996 |
||||||
Ore |
Tempo |
Impulsi |
Impulsi |
Media imp. |
Media imp. |
Media mR/h |
11:33 |
00:10 |
5 |
79 |
7,9 |
7,9 |
0,015 |
Minima media ogni 10 minuti: 5,5 - 0,011 mR/h |
Qui di seguito la schermata con il grafico degli
stessi dati della tabella precedente
Qui di seguito la schermata riguardante le ultime
otto ore di una misurazione con tubo FHZ74
Come misurare.
Supponiamo ora di avere un contatore geiger che dia
già valori in mR/h o di essere noi in grado, come sopra descritto,
di trasformare gli impulsi letti in mR/h. Supponiamo anche che il
valore normale di esposizione si aggiri, nella zona dove si misura, intorno
a 0,016 mR/h.
Innanzi tutto, occorre accendere il contatore geiger e porlo vicino all'oggetto
che vogliamo misurare: un cartone di latte, una bottiglia d'acqua, una mattonella
del pavimento, le lancette fosforescenti di un orologio, una parte del corpo
umano, ecc. A meno che l'eventuale sorgente radioattiva non sia molto forte,
nel qual caso ce ne accorgeremmo subito, occorre misurare per un periodo
di tempo abbastanza lungo (i soliti dieci minuti sono in genere sufficienti),
poiché l'emissione di radiazioni, specialmente se debole, non è
costante. Se ottenessimo un valore decisamente al di sopra di quello medio
conosciuto, ad esempio se ottenessimo un valore di 0,022 mR/h avremmo la
certezza di trovarci di fronte a una piccola fonte di radiazioni ionizzanti,
che potremmo avere individuato nel cartone di latte o nella bottiglia d'acqua
minerale. La controprova delle nostre misurazioni si può ottenere
allontanando il contatore geiger dall'oggetto misurato. In questo caso i
dati rilevati dovranno scendere a valori normali.
L'allontanamento dalla sorgente radioattiva è determinante per la
diminuzione della dose di esposizione rilevata, perché, a meno che
la sorgente non sia molto estesa nello spazio, i valori diminuiscono in ragione
del quadrato della distanza, come se la sorgente fosse puntiforme (è
il caso, in pratica, del cartone di latte o della bottiglia d'acqua).
Come misurare anche le radiazioni beta.
Quando si compiono misurazioni di prodotti alimentari o di oggetti con cui
abbiamo contatti fisici, occorre misurare anche le radiazioni beta. A tal
fine bisogna aprire la finestra che copre il tubo geiger (il contatore deve
offrire questa possibilità).
Potrebbe essere utile cercare di capire in che misura la sorgente radioattiva
emetta radiazioni beta e radiazioni gamma. In tal caso è sufficiente
compiere due diverse misurazioni: una con la finestra del rivelatore aperta
(radiazioni beta e gamma) e una con la finestra del rivelatore chiusa (solo
radiazioni gamma).
Naturalmente, per fare misure attendibili occorre un po' di esperienza.
Per avere informazioni del pericolo che corriamo rilevando misurazioni superiori ai livelli normali, e per conoscere la soglia di pericolo, si tenga presente quanto già detto in Gli effetti delle radiazioni sull'organismo. Per sapere, invece, come difenderci dalle radiazioni e come valutare, con esempi concreti, le sorgenti radioattive individuate, si veda "Come difenderci dalle radiazioni" (che però ancora non è attivato). In pratica, si tenga presente che se i valori misurati sono il doppio di quelli normali, e possiamo essere esposti per lungo tempo alle radiazioni, dobbiamo cominciare a prestare attenzione alla sorgente radioattiva.
Fine
© Copyright 1998 by Enrico Barsanti
Prima edizione su Internet: 9 giugno 1998